diffeRENZIamoci

 Breve romanzo a puntate sulle Primarie PD 2013


 I Puntata. (le regole e la Novalgina) (?)

Il prossimo 8 dicembre (giorno dellImmacolata Concezionesigh) si terranno le Primarie per eleggere il Segretario Nazionale del Partito Democratico. Al voto possono partecipare TUTTI i cittadini che hanno compiuto il 16mo anno di età, a prescindere se iscritti o meno al PD. Sulla scheda saranno indicato 3 (TRE) nomi, poiché uno degli attuali 4 sarà depennato il 24 novembre in ragione dei risultati che otterranno le quattro mozioni congressuali votate però SOLO dagli iscritti PD nei vari circoli sparsi in Italia. E proprio così, uno tra Civati, Cuperlo, Pittella e Renzi non saprà mai cosa pensa parte del popolo italiano sulla sua proposta politica ma dovrà abbandonare la sfida delle Primarie aperte perché, come già detto, la decisione spetta ai soli tesserati, i quali (tesserati) nei giorni scorsi hanno già votato per i rispettivi segretari di circolo e per i segretari provinciali. Dunque, riepilogando (se abbiamo ben capito): ci si iscrive (tessera) al PD e si vota il segretario di circolo locale e i delegati provinciali che eleggono il segretario provinciale. Dal 7 al 17 (o 24) novembre gli iscritti (tesserati) votano le mozioni legate ai quattro candidati alla segreteria nazionale e dal risultato uno di questi viene escluso dalle primarie dellotto dicembre alle quali, però, partecipano TUTTI i cittadini, iscritti o meno al PD, che hanno 16 anni compiuti. Potrebbe così accadere che ci sia un Segretario Nazionale eletto dai cittadini elettori che però è in minoranza nei circoli e nelle segreterie provinciali, elette invece dai tesserati PD. L'indecenza delle tessete gonfiate e taroccate è tutta qui, su questa partita psicologica e territoriale per cercare di pilotare il voto delle primarie. Queste sono le regole, se non è così qualcuno ce lo faccia sapere. Ci limitiamo solo ad osservare che di fronte ad un regolamento così limpido, chiaro, accessibile e semplice  si potevano aggiungere il ripescaggio, lo spareggio pari e dispari, il televoto, il golden gol, le tre carte e il lancio della monetina. Ma soprattutto dieci gocce di Novalgina.

II puntata. (I Candidati)

I candidati alla segreteria Nazionale del partito sono quattro. Giuseppe Civati detto Pippo con lo slogan LE COSE CAMBIANO, CAMBIANDOLE; Giovanni Cuperlo detto Gianni con lo slogan BELLO E DEMOCRATICO; Gianni Pittella detto Pittella con lo slogan UNITIALLAMETA; Matteo Renzi detto il Sindaco Rottamatore con lo slogan L’ITALIA CAMBIA VERSO. Sono quattro brave persone. Anche io sono una brava persona. Anche tu sei una brava persona, egli è una brava persona, anche noi, voi, essi siamo, siete, sono brave persone. Anche di ph neutro Bersani si diceva che era (ed è) una brava persona ma il PD ha perso le elezioni. Con uno di questi quattro le vincerà le elezioni? Sono primarie per il Segretario Nazionale non per il Candidato Premier, questo è il ritornello. Vedremo. Ma restiamo alle Primarie e ai candidati e facciamo parlare loro stessi. Ho estrapolato alcune frasi dai loro profili, dalle loro interviste o dichiarazioni parlate e scritte. Fatevi un’idea. Non metterò accanto i nomi, non credo sia utile, anche perché li riconoscerete. O no? 1. “Renzi e Cuperlo sono già certi ormai di partecipare alle primarie di dicembre, lì si sceglierà davvero il segretario del partito, ciascuno allora sarà chiamato a votare liberamente. Ma oggi ad ogni iscritto chiedo un voto utile. Puoi scegliere se fare la differenza, sostenendo la mia proposta per decidere chi con loro parteciperà alle primarie. È un meccanismo assurdo, lo so”. 2. “Ci sono quattro cose da fare: fare, saper fare, saper far fare e far sapere (…) come se uno che fa sapere non sa fare...”. 3. “Al mio fianco, a dare ancora più forza alla mia scelta con il loro affetto, mia moglie...., nostra figlia.... e il nostro cane Floyd. Perché la politica è anche questo, ridare a chiunque, indipendentemente dalle sue condizioni di nascita come è stato per me, la possibilità di realizzare il proprio progetto di vita. 4. “Per essere popolari, certamente, perché una sinistra senza popolo non esiste: ma non solo perché si dicono banalmente cose che sono popolari, ma perché si fanno diventare popolari soluzioni che riteniamo giuste che popolari ancora non lo sono”. Così parlarono i fantastici quattro. Potevano anche aggiungere: Dolcetto o scherzetto? Obbligo o Verità? Ci hai creduto faccia di velluto! Un, due, tre stella! Quantunquamente, affattamente… Insomma, tra Pittella in europa, Renzi in leopolda, Civati in opposizione e Cuperlo in d’Alema, vinca il migliore. In bocca al lupo, di cuore.

III puntata. (Il mio voto)

Alle Primarie PD del giorno 8 dicembre 2013 io voto per MATTEO RENZI. Invito tutti a votare per Matteo Renzi. Ma perché?

 

IV puntata. (convenzione e ri-convenzione)

Dopo i risultati tra gli iscritti (che Hanno visto la vittoria di Matteo Renzi su Cuperlo e Civati) si è tenuta stamane la Convention PD per le prossime Primarie. Ha parlato Pittella, escluso dal voto degli iscritti alla competizione del giorno 8 dicembre, e hanno parlato i tre Candidati in lizza per la segreteria nazionale, nell’ordine Civati, Cuperlo e Renzi. Tre bei discorsi tra applausi e tifo da stadio delle varie truppe cammellate. Vedremo cosa pensano i cittadini che parteciperanno alle primarie, cioè quelli fuori dall’aula dove si parlava ai soli delegati iscritti. Il discorso più “allegro” lo ha fatto Pippo Civati giocando in maniera studiata a fare l’outsider tra due “colossi” come Cuperlo e Renzi, però è stato bravo, soprattutto quando ha detto che bisogna “tornare da Prodi”. Cuperlo ha fatto un discorso colto e ricco di citazioni, con tono pacato ma velenoso contro Renzi, un discorso che ha scaldato l’apparato e che se servisse solo all’apparato non avrebbe rivali. Renzi è stato Renzi, con i suoi cavalli di battaglia e il suo martellante “le cose cambiano…”. Non ha risposto direttamente alle provocazioni di Cuperlo e ha preferito glissare, come se respirando la vittoria fosse già impegnato altrove. Insomma, a mio avviso Renzi e Civati hanno parlato un linguaggio comprensibile anche e soprattutto FUORI dal PD, Cuperlo ha dato sfoggio di un grande eloquio circoscritto DENTRO il PD. Io non so chi vincerà, ho dichiarato la mia preferenza per Renzi e nelle prossime “puntate” proverò a spiegarne le ragioni. Non nascondo che i tre sono tre ottimi candidati e questo è già qualcosa. Vedremo quello che accadrà. Vedremo soprattutto se queste Primarie avranno una partecipazione copiosa ed entusiasta come tutte le altre. Non è di poco conto il numero delle persone che parteciperanno. Il Pd ha perso migliaia e migliaia di iscritti, speriamo non perda migliaia e migliaia di cittadini che hanno sempre partecipato alle primarie. Questa seconda ipotesi sarebbe più preoccupante della prima.

V puntata. (cittadini e iscritti)

Come già detto, la Convenzione del 24 novembre ha ufficialmente avviato le Primarie PD del giorno 8 dicembre 2013. Finiti i giochini e le porcate sul tesseramento, Renzi, Civati e Cuperlo si contenderanno la Segreteria nazionale con Primarie aperte dove oltre agli iscritti potranno partecipare i cittadini che lo desiderano purché abbiano 16 anni compiuti. Io parteciperò come cittadino. Io non sono iscritto al PD, lo ero ma sono stato espulso il 14 febbraio 2012 per le note vicende delle elezioni comunali di San Salvo (culminate nelle Primarie di tutti i partiti di centrosinistra tranne il PD). Nonostante tutto, da quel giorno (che io definisco del San Valentino fuori porta…) continuo a ricevere, a tutt’oggi, dal PD nazionale, regionale e provinciale posta di ogni tipo, mail, informative, comunicati stampa, sms, telefonate eccetera. Per questo, da espulso anomalo, sono informato e per questo, avendo anche ricevuto, nell’ordine, le lettere di invito al voto di Civati, Renzi, Cuperlo, Pittella e anche di Epifani e del segretario regionale abruzzese Paolucci mi sono fatto una mia idea e partecipo alle primarie del PD. Le primarie sono una grande ricchezza perché sono la vera essenza del PD e, a mio avviso, debbono essere utilizzate sempre per tutti gli incarichi apicali nei territori e nei circoli oltre che per la designazione di ogni candidatura a tutti i livelli. Sarebbe, inoltre, un esperimento interessante eleggere i segretari regionali, provinciali e cittadini DOPO (almeno tre mesi se non di più) l’elezione del Segretario Nazionale in quanto, proprio dai territori può nascere la diversità e il non allineamento, in sintesi sarebbero il primo banco di prova per la nuova segreteria. Se un Partito è davvero Democratico non dovrebbe temere certi ragionamenti. Alcuni quesiti: eleggere il Segretario nazionale con Primarie aperte potrebbe successivamente portare più o meno tesserati nel Partito spalmato sul territorio? Sarebbe interessante verificare. Come sarebbe interessante registrare quando il giudizio dei cittadini inverte quello degli iscritti o viceversa! Questi sono nodi da sciogliere. In questa tornata, per esempio, sono stai eletti segretari cittadini e provinciali solo tra gli iscritti, a dicembre si eleggerà il nazionale con le Primarie a prescindere dal voto degli iscritti e ancora dopo si eleggerà il segretario regionale non so con quale sistema. Un misto abbastanza confuso, insomma. Io credo che il PD di domani dovrà certamente iscrivere all’ordine del giorno il rapporto “iscritti – cittadini – elettori primarie”, questione che va affrontata e in qualche modo risolta. Per intanto sono grato a chi mi permette di esprimere, da libero cittadino ripeto, la mia idea sulla persona che io reputo più idonea a guidare questo processo: Matteo Renzi.

 

VI puntata. (populismo e demagogia)

Ho conosciuto Matteo Renzi tra le pagine di un libro di Salvatore Salvaggiulo dal titolo “FLOP: breve ma veridica storia del Partito democratico”. In quelle pagine c’erano diversi interventi illuminati tra i quali quello di Renzi, per l’appunto, e anche quello di Pippo Civati. Allora i due viaggiavano insieme e la Leopolda era per numeri più intimi e senza le telecamere, comprese quelle dei siti locali. La prefazione era affidata ad un grande come Edmondo Berselli. Negli anni ho seguito le vicende del Sindaco di Firenze e in qualche circostanza ci si è anche scambiate idee e opinioni tramite mail, qualche incontro pubblico, i canonici auguri di Natale e qualche telefonata compresa quella, prima del voto alle ultime comunali, nella quale Renzi mi incoraggiava e invitava ad “essere sportivo” qualsiasi risultato accadesse. Mi fece piacere. “Sportivo” io lo ero e lo sono sempre stato, in politica e in altri ambiti, e da “renziano prodromico”, “precedetti” Renzi (che, ahimè, sportivo lo sarebbe stato qualche mese dopo). Ho letto i libri di Renzi ma preferisco quando parla, l’ho votato alle precedenti Primarie contro Bersani, ne apprezzo lo spirito battagliero del “carpe diem”, certamente non condivido tutto (proprio perché sono “sportivo”) ma lo reputo, in questo tempo frettoloso e sudato, il miglior interprete per continuare a sperare. Tra le accuse più costanti che gli rivolgono ci sono quelle di populismo e demagogia, di superficialità e ambizione, di non avere “un’idea chiara del partito”. Ma siamo sicuri che questi termini in politica hanno sempre un’accezione negativa? O sono brutte parole… solo quando li possiamo scaricare ai nostri avversari, interni e non! Un’oncia di onestà (intellettuale): sono almeno 20 anni che il centrosinistra recita un copione, che altri scrivono, dove si tenta affannosamente e con scarsi risultati di scimmiottare populisti, demagoghi e superficiali, (gli ambiziosi no perché ci vengono bene in originale)! Il PD, nato per parlare il linguaggio nuovo di una società in netta evoluzione, si accompagna ancora al sillabare di vecchi retaggi, mentre la complessità delle cose guarda altrove. Ora, se anche la maggioranza degli elettori guarda altrove non è che gli elettori sono tutti sbagliati perché “non hanno un’idea chiara”! Si vince allargando il bacino dei voti, elementare. Renzi allarga questo bacino, gli altri no. Come questo bacino lo allargava Prodi. Se Matteo Renzi vince, questa “espansione” la si proverà a fare direttamente dalla segreteria del PD e non dalla candidatura a Premier. Questa è una delle prime scommesse, e già questa è un’idea diversa di partito, un’idea che Veltroni abbandonò a mezza strada. Credo che Renzi, populista e demagogo che sia, è l’unico che, ad oggi si badi bene, può invertire la rotta. Altrimenti (elezioni di febbraio docet…) ci toccherà sorbirci altri demagoghi, di ieri e di domani. Molto, ma molto più pericolosi.

 

VII puntata. (primo approdo, ultima spiaggia)

Qualche tempo fa (luglio) postai una suggestione immaginando l’uscita dal PD di Matteo Renzi. Mii dicevo che l’uscita di Renzi dal PD avrebbe ridisegnato gli scenari complessivi della politica, soprattutto perché era palesemente vicina l’implosione del PDL e dunque poteva succedere che milioni e milioni di voti si trovassero in libera uscita (anche dal PD), voti di gente seria e tranquilla, senza rigidità di appartenenze, proprio quella massa che permette di vincere o perdere le elezioni. Insomma, un grande movimento di italiani più propensi alle soluzioni che alle beghe interne. Proprio quello che sta succedendo adesso, con lo sdoppiamento (vero o presunto) del PDL e con il Congresso PD che certamente non lascerà le cose uguali, in ogni caso. Non un altro partito ma, nell’emergenza e nel cambiamento radicale, un’altra Italia perché nell’emergenza o ci si distingue o ci si omologa. La politica italiana cambierà profondamente, ne sono convinto. E molto dipenderà anche dalla sorte di queste furbe larghe intese che hanno, in modo “innaturale” (anche considerando la mediocrità dei protagonisti), contribuito a polarizzare l’odio, i rancori e le appartenenze e di conseguenza ad escludere ancora una volta la stragrande maggioranza di italiani che vuole vedere risolti i drammi, non le farse dei partiti! Ecco la disaffezione, ecco la protesta estrema. Comunque, Renzi ha scelto la partita interna al PD e ha accettato il rischio su entrambi i fronti: a sinistra perché è considerato “impuro”, a destra perché “sta troppo a sinistra”. Credo che lui abbia ragionato, oltre che sulla sua personale convinzione (e ambizione) di “cambiare verso”, sulla contingenza, sul rischio di sentirsi “archiviato”, sul “ferro caldo” della sua immagine. Non mi sento di biasimarlo. Provare a cambiare il PD e attraverso il PD cambiare il Paese. Se è così, è innegabile che Renzi sia, al contempo, il primo approdo e l’ultima spiaggia. Il primo approdo di un PD finalmente aperto, che davvero può essere compiutamente il “partito delle mie figlie”, che non soccombe più a liturgie stantie, a nostalgie che gonfiano il petto e svuotano le urne, che non si chiude nella torre d’avorio aspettando che “arrivino i tartari” ma che “questi tartari” se li va a cercare e li capisce perché parla come loro, vive come loro, soffre con loro, gioisce e muore con loro. Un partito che si organizza perché sa organizzare la società e sa organizzare la speranza, le sa dare prospettiva, sogno, passione, dove il Segretario Nazionale è un “primus inter pares” riconosciuto e riconoscibile, e lo stesso vale per gli eletti e i dirigenti. Dove le voci sono un coro, anche quelle che dissentono perché nel dissenso c’è, al contempo, il valore e il dubbio delle mie verità. Un partito che fa camminare uno accanto all’altro e non in fila indiana. Se Renzi non rispetta questo sarà preso a calci nei “gabbasisi”, se le cose dovessero davvero cambiare sappiamo tutti che la partita si sposta sul Paese e, in questa fase storica, Matteo Renzi è l’ultima spiaggia per far vincere il centrosinistra, che piaccia o no! Questo è un discorso in itinere, inevitabilmente. Se il PD riparte però… 

 

VIII puntata. (prosit)

Tra qualche ora ci sarà il confronto TV tra i candidati alle primarie del giorno 8 dicembre. Si può vedere. Per capire meglio, per mettere in gioco la propria idea o la propria opinione, per galvanizzare truppe e cammelli. Certo, poi oltre gli schermi e il cerone c’è anche il dietro le quinte, come le liste per l'Assemblea Nazionale collegate ai singoli candidati alla Segreteria, insomma il cosiddetto “lavoro sporco”. Talmente sporco che non merita di insidiare il nostro scrivere e la nostra igiene orale, intellettuale, morale. Meglio, molto meglio un buon bicchiere di rosso! Prosit…

 

IX puntata. (mamma sono in televisione...)

C’è stato il confronto TV tra Cuperlo, Renzi e Civati. Un paio d’ore di discreta televisione, ovviamente per chi ha desiderato sintonizzarsi sul programma. Sereno, pacato, con molto fair play, quasi a ricordarsi reciprocamente che, alla fine, si tratta dello stesso partito. Questa dimensione della pacificazione è molto più presente a livello nazionale che locale, almeno così sembra. Spente le telecamere mi addentro in un breve commento, per come ho letto io la serata. Il primo appunto è un complimento a Cuperlo perché, nonostante si percepisse palesemente la sua totale estraneità al contesto e al passo anagrafico e contemporaneo dei due “giovani”, si è barcamenato più che bene per sembrare uno al passo coi tempi e per reggere l’urto (nonostante una cravatta tra le più brutte che io abbia mai visto…) di due belve da telecamera come Renzi e Civati. Debbo dire che Cuperlo ci ha provato ma è davvero parso algido, bloccato e anni luce distante dalla capacità di leadership degli altri due. Gianni Cuperlo è persona colta e profonda, saprà essere importante per il PD ma in altri ruoli. La partita sui tempi televisivi l’ha certamente vinta Pippo Civati che era l’unico che non aveva niente da perdere. E’ stato brillante e simpatico anche se, a mio avviso, ha parlato ad una fetta troppo circoscritta e probabilmente minoritaria dentro e fuori il partito. Ha mirato ai delusi, ai grillini, a SEl, agli astenuti, ai giovani di sinistra duri e puri, insomma ad un pubblico che lui ritiene “il suo pubblico”. Renzi ha gestito la enorme eco dei sondaggi in suo favore, quasi a volere esorcizzare una sconfitta molto improbabile (ma non impossibile), in ragione anche dei partecipanti alle prossime primarie e delle percentuali, quasi pro e contro ballottaggio. Però rimane il fatto che a differenza di Cuperlo, che ha parlato prevalentemente solo al glorioso popolo ex diessino, Matteo Renzi è stato l’unico tra i tre ad avere allargato notevolmente il perimetro del consenso, parlando a TUTTI e dimostrando di avere capito, forse per esperienza pregressa, che le Primarie sono aperte a TUTTI e che il PD parla a TUTTI, a prescindere da chi poi lo voterà concretamente. Tutto qui, semplicemente. 

 

X puntata. (…polpette, polpettoni…)

Che lo scontro tra i tre candidati si faccia più serrato e pungente è nella norma, l’importante è conservare un certo fair play, che non vuol dire che non bisogna menarsi, anzi, bisogna sapersi anche menare, sempre metaforicamente parlando. Speriamo solo non arrivino polpette avvelenate negli ultimi minuti, compresi quelli di recupero. Purtroppo la politica di questi anni ci ha abituati a questo, al colpo basso sul fischio finale, dove la delegittimazione passa attraverso altri canali che non sono quelli del confronto di idee, di vedute, di strategie. Insomma, dove non può la politica ci pensa il gossip ed ogni forma di photoshop. Intanto Renzi, Cuperlo e Civati vanno avanti nella loro campagna elettorale. Tutti e tre parlano con forza di un PD che deve cambiare, che cambierà. Dunque tutti e tre riconoscono che questo partito così come è, e così come è stato, non ha futuro, soprattutto dopo la indiretta debàcle delle elezioni di febbraio scorso. Il PD ha dato spesso l’idea di essere un polpettone indistinto, uno qualunque nel banco frigo della politica, quasi a lasciare l’impressione che tutti i “polpettoni” sono uguali e non c’è alcuna differenza. Ecco, probabilmente il tema da ritrovare è quello di un partito che fa la differenza. DiffeRENZIandosi, appunto.

XI puntata. (sindacalismi…duri e puri)

Una piccola polpettina alla fine c’è stata e mi riferisco alla indicazione della CGIL che ai suoi "iscritti pensionati" ha esplicitamente chiesto di votare Cuperlo, anzi ha candidato un esponente con Cuperlo. Io non ho mai creduto alla favoletta che il sindacato non fa politica, spesso i sindacati sono in concorrenza con la politica, sono l’altra faccia della medaglia. Per questo anche loro scontano una certa flessione sullo scenario generale. E non so quanto questo sia un bene o un male. Ma aldilà di questo discorso (che ci porterebbe molto lontano…) questa iniziativa della CGIL offre la stura per comprendere quanto una certa classe dirigente PD si giochi davvero il tutto per tutto considerando Renzi il nemico numero uno. Lo schema a sinistra e nel centrosinistra è sempre lo stesso: il nemico è all’ interno e bisogna abbatterlo così, poi, magari si può tranquillamente inciuciare con Berlusconi, bicamerali o larghe intese fa lo stesso! Così sono stati letteralmente impallinati Prodi, Veltroni e molti altri su scala locale. Quasi a dire: è meglio perdere le elezioni ma non perdere il partito. Continuo a credere che questa sia l’ultima chiamata e continuo a credere che Cuperlo e Civati sono bravi ma perdenti alle elezioni nazionali. Perché è lì che bisogna guardare, al voto che, a mio sommesso avviso, è piuttosto imminente… e se si apre questa partita credo che solo Renzi possa giocarsela per il centrosinistra, a maggior ragione dopo le vicende ultime di illegittimità della legge elettorale. A prescindere dai mal di pancia di quelli che blaterano “sull’impurità” del Sindaco di Firenze e poi fanno i “duri e puri” prendendo il caffè con Formigoni e Alfano…

 

XII puntata. (governare…)

Il Governo deve cambiare passo! Il Governo non ha più alibi! Il Governo vada a casa! Così si sono espressi i tre candidati Renzi, Cuperlo e Civati. Chiunque vincerà avra qualcosa da dire e ridire ad Enrico Letta che, non a caso, ha chiesto a Napolitano di discutere la “nuova fiducia” dopo l’elezione del Segretario PD (sempre che non ci siano ulteriori appendici). Enrico Letta si barcamena come può, si difende come può in una situazione politicamente “innaturale”. Rimane il fatto che se un Governo lavora e si prodiga per risolvere i problemi dei cittadini questi ultimi non hanno l’interesse primario di sapere chi li governa. Io non voglio entrare nel merito dei provvedimenti dell’Esecutivo, ci ripetono che è terminato il rigore e che adesso ci saranno azioni per la crescita, vediamo, ma certamente c’è una rabbia e una sfiducia in giro che non so quanto siano comprese al Palazzo. Ecco perché queste Primarie, benché finalizzate alla scelta del segretario del partito democratico, assumono, nell’immaginario e oltre, l’ultima chiamata per riaccendere l’entusiasmo nel centrosinistra, un entusiasmo che, al massimo tra un anno (ma non mi stupirebbe se accadesse prima!) deve portare il centrosinistra al Governo. Se qualcuno sospetta che questa sia la tesi di Renzi si tolga ogni dubbio: è proprio quella! Far finta di nulla è solo ipocrisia. C’è, e chiudo, un’altra ragione che ha accellerato la disaffezione verso la politica e questo governo delle larghe intese che, intendiamoci, ha ancora molto, moltissimo da fare se vuole!, e mi riferisco al fallimento dell’idea di “pacificazione” per la quale era nato: Berlusconi la intendeva come lasciapassare per la sua situazione giuridica. Strano, lui che è sempre onesto e di parola…

XIII puntata. (renziani prodromici)

I “renziani” sono nati prima di Renzi, o meglio sono entrati in sintonia con Renzi prima che lo stesso diventasse il “personaggio” che è. Ma questo lo sa bene lo stesso Renzi. Liberarsene sarà la sua impresa più ardua. Scardinare il leccaculismo, il paraculismo, l’opportunismo, il riciclaggio, il camaleontismo, il carrierismo e ogni altro ismo che vi pare sarà il paradigma della politica del domani. Ma siccome del “doman non v’è certezza” mi sembra piuttosto velleitario e in questa anche Renzi ne ha sparate alcune. Se toccherà a lui, lo vedremo alla prova. A me non ha portato fortuna essere “renziano prodromico”, quando nella mia città ne parlavo solo io lo faceva nell’indifferenza e nell’ilarità generale. Non ho nulla da rivendicare, per carità, certe stagioni si vivono in solitudine e quando poi si affollano cominciano altre solitudini. L’importante è non smarrire mai la dignità, una voce che non figura nelle parcelle e nei compromessi. Spero che la generazione delle mie figlie e dei figli del futuro sia più agevolata. Dalla buone sorte e dalla buona politica.

XIV puntata. (gli altri…)

Gli avversari del PD e del centrosinistra sono Berlusconi e Grillo, due figure che parlano direttamente alla pancia del Paese. Conoscono i segreti della comunicazione, nella quale sono maestri, e sanno veicolare con studiata arte menzogne e verità, piazze e piazze virtuali. Prendono milioni di voti e per chi si è sempre ritenuto migliore di loro non basta più l’autoreferenzialità per spiegarsi l’evoluzione, o l’involuzione, della politica. Anch’io un tempo sono stato manicheo, oggi che sono invecchiato riconosco che milioni e milioni di elettori non si possono liquidare con “coglionaggine” superficiale. Ci può star bene o meno ma la società è radicalmente mutata e spesso anticipa la politica, soprattutto quella di mediocre fattura che ci circonda in questa fase storica. Se la politica non è in grado di capire e guidare i processi diviene inutile e dunque basta uno che “grida” più forte o uno che blandisce con più malizia per catturare consenso. Ma c’è un’altra verità: questa politica, questa classe politica ha tirato troppo la corda e la gente lo sa, se n’è accorta. Sulla legge elettorale, sui costi della politica, sulle stesse facce, sul dramma del lavoro, del fisco, dei giovani… dove è stato il PD? Su questi temi si gioca il consenso futuro, la sfida a Berlusconi e Grillo. O il PD è in grado di mischiarsi anche con la “pancia” altrimenti resterà stritolato. E a pancia vuota… Renzi garantisce un lessico “popolare” supportato da esperienza amministrativa e capacità di fare. Bisogna disarticolare le cialtronerie e le proteste grilline, togliergli argomenti, a volte anche sacrosanti, e bisogna far capire che il sogno berlusconiano è ormai una patacca a fronte dei sogni veri che può dare una politica nuova che inevitabilmente non può passare per personaggi che in questi venti anni hanno lasciato macerie. Un primo embrione di novità lo portò l’Ulivo di Romano Prodi, l’unico che spesso ricordiamo con nostalgia perché è stato l’unico ad avere vinto! Se Renzi si inserisce su questo solco può garantire giorni felici, a patto che tutti facciano la loro parte e che non si cominci (come fu per Prodi), dal minuto dopo, a studiare l’ennesimo omicidio. Se così fosse il prossimo morto sarebbe solo il PD.

XV puntata. (al bar…domani!)

Al bar ci sono A, B e C. il discorso va sulla politica. 
A: “Domani ci sono le primarie del PD”. 
B: “Chi se ne frega!”. 
C: “Ci dobbiamo andare?”. 
A: “Io ci vado e voto Cuperlo perché sono contrario al doppio lavoro”. 
C: “E già, contrario al doppio lavoro ma favorevole a quattro pensioni! Io invece voto Renzi”. 
B: “Renzi? Ma se fino a qualche mese fa stavi sul palco a fare i comizi con Marini, D’Alema e Fassina!”. 
C: “Che c’entra, allora mi conveniva quello. Adesso mi conviene Renzi”. 
B: “Io non vado, ma se vado voto Civati perché ha chiamato fratello uno come Vendola”. 
A: “E allora perché non fa il segretario di SEL, tanto Vendola è in calata…”. 
C: “Potrebbe essere un’idea. Comunque io credo che Renzi è l’unico che può far vincere la sinistra…”. 
A: “Renzi non è di sinistra, è il volto buono della destra!”. 
B: “Questa è una cazzata! E poi si parla di Centrosinistra perché la sinistra da sola non ce la farà mai…”. 
A: “D’Alema ce l’ha fatta a fare il Presidente del Consiglio!”. 
C: “Sì, ma con i voti di Cossiga e Mastella! Allora erano volto buono della destra?”. 
B: “Dove si vota?”. 
A: “Alla sede del Partito!”. 
C: “Ma come, non si va alla Sala Culturale Polivalente dentro la Villa Comunale? ”. 
B: "Allora proprio non ci vado…”
C: “Vi vanno bene le cose come stanno o volete provare a cambiare?”
A: “Chi è il cambiamento, Renzi? Quello ci riporta indietro di 20 anni…”.
B: “Tu infatti già c’eri 20 anni fa!”.
C: “Se è per questo già c’era anche i 20 anni prima di 20 anni fa…”.
A: “Se vince Renzi si rischia la scissione!”.
B: “Ma va… Queste idiozie le mette in giro D’Alema. Una volta era Cuperlo che scriveva i discorsi a D’Alema, ora è il contrario…”.
A: “Noi siamo la sinistra!”.
C: “Da lunedì si cambia, basta chiacchiere!”.
B: “ Io non vado ma se vado voto Civati…”.
A: “Vabbè, domani è giorno. Comunque dobbiamo avere a cuore il Paese. Ciao Pippo, ciao Matteo”.
B: “Ciao Gianni. Arrivederci Sindaco. Mi raccomando domani, il bene del Paese!”.
C: “Ciao Pippo, salute a te Gianni. Domani è sempre un altro giorno… Per questo nostro splendido Paese”.

XVI puntata. (Romano…)

Romano Prodi ha cambiato idea ed andrà a votare alle Primarie. Cambiare idea in certi casi è salutare. E poi andare via per sempre. Ci penseremo. 

XVII puntata. (risultati)

AllePrimariedelPartitoDemocraticodelgiorno8dicembre2013hannovotatoduemilionicinquecentoquarantatremilanovecentodiciottopersone;MatteoRenzihapresoilcinquantacinquevirgolasettepercento;GianniCuperloilventiquattrovirgolaunopercentoePippoCivatiilventivirgoladue.
Io non ho mai azzeccato una previsione, né ho mai vinto un qualsiasi concorso, lotteria, gratta e vinci.
Una volta però, a sette anni, ho fatto ambo alla tombolata di famiglia!

XVIII puntata. (tra sogno e realtà!)

Tra poche ore si apriranno i seggi per queste Primarie. Ho detto la mia, l’ho fatto alternando ironia a toni più forti, ho detto quello che penso e che certamente andrà approfondito. Questa sera, vigilia dell’Immacolata, ho passeggiato il cuore di una grande città italiana del centro Italia, un corso bellissimo a prescindere dalle lampadine intermittenti e dai fili d’angelo appesi alle vetrine. C’è tristezza in giro, rabbia celata, aria dimessa che pare aspetti solo un cenno per gridare la carica. C’erano i volantini di Renzi, il roller col 6 x 3 di Cuperlo, i poster di Civati. E c’era la gente, infastidita, educata ma anche scortese, nei più disillusa e incacchiata con una politica che si avverte lontana, troppo lontana. E c’era il solito banchetto stereotipato dei cinquestelle che denigravano tutto e tutti, compreso se stessi perché non si rendono conto di essere ormai l’altra faccia della stessa medaglia. Tornando alle cose serie, viene da chiedersi cosa possono significare le Primarie dell’Immacolata, non tanto per il PD e per il suo futuro segretario, per le asprezze di una competizione interna che a tanti, diciamolo, non fotte più di tanto, ma cosa possono significare per l’Italia e per il recupero di una buona politica. Non so rispondere, o meglio non ho una risposta baldanzosa e certa. Cerco di spostare i massi delle mie vicende personali, cerco di estraniarmi dal letame che pure ci sta, e dico che ogni azione di popolo è sovrana e merita fiducia. Ma, mi dico poi, che il popolo è sovrano anche quando non vota il PD e il centrosinistra. E allora il problema riguarda un po’ tutti, grillini, berlusconiani, piddini e resto del mondo… Insomma, la politica così come è e così come è stata non si regge più, i suoi protagonisti non si reggono più, soprattutto se si ha ancora la percezione che dietro le quinte ci siano i soliti “tiratori” di fili. Credo che la politica torni ad essere tale solo se si riuscirà a superare la sindrome del “secondo fine”: perché lo fa? Cosa c’è dietro? Dove vuole arrivare? Spesso questa sindrome è subdola e non immediatamente percepibile ma c’è, minchia se c’è. In ognuno di noi. E spesso la rabbia della gente è più per l’impossibilità di godere di uno status altrui che nella reale intenzione di cambiare le cose. Tutto viene travolto, anche la verità. In sintesi voglio dire che le primarie del PD sono davvero, ma davvero l’ultimo appello per pesare una cultura di centrosinistra nuova e riformatrice, per scansare definitivamente una classe dirigente verso la quale la gratitudine non è sinonimo di eternità, e per provare a giocare una partita veramente nuova, dai giocatori alle regole, alla posta in palio che è il futuro dei nostri figli e di chi, ancora qualche giorno, rimane. Il PD si carica di una grossa responsabilità. Se il PD finalmente diventa PD, e finora non lo è mai stato, questa responsabilità può generare un sogno collettivo che trasformi la cruda realtà. Non è forse sinistra anche questa? Consapevoli che tra realisti e sognatori ci sono sintonie inevitabili: i realisti debbono raggiungere una meta, i sognatori ci sono già! Se questo non l’abbiamo capito, allora è meglio lasciar perdere… 

XIX puntata. (…Primarie!!!)

Eccoci qua! Il risultato è stato superiore alla mie previsioni a rimarcare che come “veggente” ho poca stoffa. Meglio così! Per il risultato intendo. La vittoria di Renzi è stata schiacciante, un trionfo assoluto che è foriero di una responsabilità altrettanto assoluta perché, soprattutto in politica, spesso le vittorie per 7 a 0 sono più insidiose di quelle di misura. Staremo a vedere. C’è un dato che merita un commento ed è quello della partecipazione: quasi tre milioni! Questo ci dice che per il popolo del PD e comunque di Centrosinistra in genere, lo strumento delle Primarie è ormai un dato acquisito. Dal 2005 (i 5 milioni per Prodi…) ad oggi ci sono state sempre risposte straordinarie a testimonianza che il popolo le ha metabolizzate, comprese le sterili, inutili e ripetitive polemiche sull’euro o i due euro da pagare: chi si reca ai gazebo ha già metabolizzato pure l’obolo! Piuttosto, e qui torno ad un argomento già accennato nei precedenti “capitoli” rimane tutta intera la discussione su come regolare le primarie e il rapporto che un partito vuole avere con gli iscritti da un lato e gli elettori, simpatizzanti e vari dall’altro. Ho letto e anche sentito richiami forti alla “invasione” di avversari politici (manifestamente di destra, per intenderci!) dentro le sedi del PD o ai gazebo, addirittura ho sentito attribuire percentuali di oltre il 30% per l’esercito invasore! E’ innegabile che qualche disfunzione ci sia, se di disfunzione si tratta e se non è, per fare una battuta, “la restituzione di un piacere” o la calcolata e cinica intenzione di alterare un risultato. Tutte le ipotesi sono fisiologiche, ovviamente non per il 30%...! Rimane il fatto che dopo ogni primaria bisogna interrogarsi innanzi tutto su se stessi e sul proprio feeling con il circostante. E che comunque una qualche preoccupazione affinché le secondarie siano più dfeconde delle primarie è più che legittimo, politicamente vitale direi! A volte è accaduto che le primarie dicessero mille e e le elezioni “vere” rispondessero cinquecento; a volte è accaduto l’esatto contrario, però! Anche qui, vedremo. Ma voglio aggiungere un’altra cosa, che mi sta molto più a cuore: siano le primarie lo strumento principe per designare TUTTE le candidature per TUTTE le competizioni elettorali! Questa è la vera partita e credo sia la scommessa di Renzi che, d’altronde, deve tutto alle Primarie! Il PD, il centrosinistra le adotti sui territori e in tutti “i luoghi e in tutti i laghi”, così vengono fuori nuove risorse, identità e personalità, dentro ma anche oltre i partiti. Questo è il primo messaggio chiave che, a mio giudizio, viene fuori da questa tornata democratica che ha risvegliato la politica italiana e ne cambierà definitivamente il corso. Ma..adesso?

XX puntata. (…il budino di Renzi…)

C’è un detto molto singolare delle massaie inglesi: “Per giudicare se un budino è buono bisogna aspettare 48 ore…”. Tradotto: se Renzi fosse “il budino” bisognerebbe dargli tempo. Ma proprio il tempo sembra essere l’unica cosa indisponibile. Il tempo. Il tempo che impiegherà Enrico Letta per dare compimento a quello che ha promesso nella terza fiducia (esattamente uguale a quello che aveva promesso nella prima e nella seconda). Il tempo eccessivamente vigile di Giorgio Napolitano, 88enne in aperta carriera. Il tempo noioso, fermo e sempre uguale di Silvio Berlusconi, nonostante decine di lifting e quintali di cerone. Il tempo scaduto di Vendola e quello avariato di Casini. Il tempo dei gomiti mangiati di Monti. Il tempo lungo e spaurito di Alfano, comunque sotto vendetta. Il tempo cialtrone e violento di Beppe Grillo, un tempo sprecato dopo le elezioni scorse e un tempo che alza i toni pericolosamente per le prossime elezioni. Ma soprattutto il tempo di Renzi, il tempo del “cambiamento o fallimento”. Quanto tempo ha Renzi per gestire il plebiscito e la speranza? Alcune ipotesi. (1) Renzi incalza il governo e lo manda a casa perché vuole le elezioni e lui ha la campagna elettorale già pronta e un consenso caldo e immediatamente spendibile, un’onda d’urto notevole che mette una paura fottuta a Grillo e a Berlusconi (ecco perchè uno sbrocca e l’altro accarezza…) ai quali Renzi potrebbe assestare un colpo mortale (politicamente, s’intende…). Insomma: il duello finale! Per fare questo ci vuole la legge elettorale e per questo Renzi ha detto che il governo può andare avanti perché (ipotesi 2) il giovane segretario PD vuole dimostrare quanto è bravo a gestire l’Italia dal suo nuovo ruolo imponendo l’agenda al nuovo governo. Ottima intenzione che deve fare il paio con la figura di Letta (domani) e con l’inevitabile tentazione di logorio alla quale ogni capo è sottoposto, figuriamoci dentro al PD: in questo senso le parole della Bindi (tra un anno non resterà né Renzi né Letta…) sono spie tutt’altro che secondarie, anche se, a proposito di tempo, anche la Bindi ha davvero fatto un tempo acido. Ma c’è anche il tempo della fantapolitica (ipotesi 3) che vede un governo Letta in crisi e un incarico al segretario del PD per scrivere le regole base e per arrivare al duello di cui sopra. Dalle prime mosse e dalle prime frasi, Renzi non ancora scopre le carte e ha sparato alcune bischerate. Ha detto che “il governo può durare fino al 2018” per accattivarsi i ministri e soprattutto i parlamentari PD (che Renzi non governa) e che dubito vogliano andare a casa domattina (gran parte di loro con una legge elettorale nuova sparirebbe dalla scena…); e ancora “che per il PD è inevitabile non aderire al PSE”, per dare un segnale all’anima più “sinistrorsa” del partito e smentendo se stesso in altre occasioni (tema che non passerà indolore in alcune sacche del PD…). La segreteria nominata è giovane e non necessariamente inesperta: solo nella politica italiana a 35 anni sei considerato della categoria “pulcini”… Però li giudicheremo all’opera. C’è, al momento, un solo dato certo che Renzi ripete come un mantra: mi ha votato la gente (tanta, tantissima gente!) per cui io rispondo al popolo e basta. Già, basta. Ma basterà e soprattutto per quanto tempo basterà…? Ed è giusto che basti? E allora, nel mentre tutto bolle e nessuno sa ancora che budino ci sarà proposto, azzardiamo un appunto su quello che è accaduto davvero con le Primarie del giorno 8 dicembre 2013: l’atto fondativo del Partito Democratico! Se abbiamo ragione sarà, anche qui, il tempo a dircelo. E su questo Matteo Renzi ha una responsabilità storica molto più importante del suo stesso destino e delle sue palesi ambizioni! Molti gli hanno creduto per questo. Per questo tempo! Ed è tempo che io chiuda anche questo breve “romanzo”. Cosa che farò dopo la prima assemblea del PD che si terrà a Milano domenica 15 dicembre.

ultima puntata. (buona sorte!)

Renzi è ufficialmente il Segretario Nazionale del Partito Democratico. Gianni Cuperlo è il Presidente. Nella nuova Direzione ci sono facce nuove e tante meno nuove. E’ così, e in fondo è un po’ nella logica delle cose. D’altronde il Renzi incendiario non può, da Segretario, giocare continuamente con i fiammiferi. E poi, in fondo in fondo, la partita è un’altra. Renzi ha sfidato Grillo con il suo stesso linguaggio e quest’ultimo ha risposto in modo colorito che ci possono essere solo elezioni subito. I grillini sui vari social cantavano vittoria per le parole del “capo”, personalmente credo che Renzi aspettasse proprio questa risposta, come in un gioco delle parti non so quanto improvvisato, non dico preconfezionato, ma certamente testimone di un comune sentire. Lo dico e lo ripeto: il grande successo di Matteo Renzi trova definitiva consacrazione se si va al voto in tempi rapidi. E’ una mia opinione, che non pretende seguaci, ma il patto di 12 – 15 mesi sancito con Letta mi dà l’idea di una gabbia nella quale Renzi, in un certo senso, si è cacciato da solo. Sbaglierò e, nel caso, sarò felice di ammetterlo, sperando che il Centosinistra, e il PD in primis, siano in questo tempo riconosciuti come il motore del Paese e di conseguenza la garanzia per un futuro di crescita e di prosperità. Ma l’intervento “sopra le righe” del presidente Napolitano, in occasione degli auguri con le alte cariche dello stato, che “stoppa” a piedi uniti ogni velleità elettorale, minacciando le sue dimissioni, registra palesemente l’idea della fragilità della situazione e di quanto il partito del voto sia molto ma molto consistente. Un intervento non casuale di cui Renzi è uno dei massimi bersagli, inutile nasconderlo… Ma tutti questi temi aprono prospettive e suggestioni per altri racconti o, se volete, per altri romanzi più o meno “artigianali” come quello che avete letto in questo ultimo mesetto. A tal proposito voglio ringraziare tutti i “lettori” (che non mi aspettavo così numerosi!) con i quali ci siamo fatti reciproca compagnia, compresi quelli che hanno avuto la pazienza di commentare, criticare, magari anche cadere nell’insulto gratuito: ho sempre rispettato le idee di tutti, soprattutto quelle che non ho mai condiviso. Di questo breve soliloquio, che nella sua pubblicità è inevitabilmente diventato dialogo e riflessione corale, non ne conosco ancora la sorte. Qualunque cosa accada, buona sorte a tutti. A tutti! E che ciascuno, alla fine, si possa diffeRENZIare come meglio crede, come meglio sa, come meglio può. Ma senza esagerare, altrimenti qualcuno se ne accorge…

(the end)

 

 


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